Leadership

Leadership. Come dovrebbe essere un buon leader?

“Uno stato è governato meglio da un uomo buono che da delle buone leggi.”

Se in questa citazione di Aristotele sostituiamo lo “stato” con “azienda” e le “buone leggi” con i “buoni processi”, abbiamo una prima, elementare definizione di leadership.

Possiamo cioè comprendere quale sia l’enorme contributo che un buon leader può portare alla gestione di un’impresa. Un’impresa vincente non solo in termini di fatturato, ma anche di vivibilità interna e rapporto con la società.

Ma che cos’è la leadership e quali caratteristiche non possono mancare ad un vero leader?

In questo approfondimento ci concentreremo non solo sul concetto di leadership, ma andremo a delineare nel dettaglio il profilo del perfetto leader.

Leadership: una definizione completa

Daniel Goleman la definisce come “la capacità di influenzare la gente e aiutarla a lavorare meglio per raggiungere uno scopo finale in comune”. 

Come si può notare, ciò che in prima battuta viene chiesto ad un leader non attiene alla sfera professionale o alle competenze in un determinato campo. Per far sì che si abbia leadership occorre avere innanzitutto una specifica dote caratteriale. Si tratta della capacità di motivare più individui ed esercitare un certo carisma su di essi.

Naturalmente non è solo fascino e capacità di “trascinare le folle”, la leadership si ha quando sono presenti diversi altri fattori. Una combinazione di molti aspetti, un mix equilibrato di caratteristiche che insieme danno vita alla figura del leader.

Tipi di leadership 

Come è facile intuire, la leadership non è di un solo tipo. I tipi di leadership variano sulla base di più fattori: tipo di azienda, personalità del leader, momenti differenti, traguardi da tagliare. 

Quanti e quali sono i tipi di leadership?

È ancora una volta Goleman a venirci in aiuto offrendoci un ventaglio di 6 diversi stili di leadership, ognuno con caratteristiche precise. 

Il visionario, il democratico, il coach, l’esigente, l’affiliatore e l’autoritario. 

Andiamo ad approfondire tre di questi stili che secondo la nostra opinione sono i più validi.

Il visionario. Questo è un leader con una visione. Non è solo capace di figurarsi una linea chiara da seguire, ma è anche capace di farla visualizzare agli altri. 

Un leader che condividendo con il proprio team obiettivi e mission, è capace di creare una sorta di sogno condiviso. L’empatia e la credibilità sono i cardini del suo carisma.

Il democratico. Valorizzare i propri collaboratori è il tratto principale di un leader democratico. Ha ottime capacità comunicative e riesce a raggiungere una condizione di partecipazione attiva, utile in termini di produttività.

L’affiliatore. Questo stile di leadership è utile soprattutto nella gestione dei conflitti che inevitabilmente si creano in un contesto lavorativo. Per evitare un calo nelle performance un leader affiliatore sa prevenire ed evitare contrasti. Estirpando magari comportamenti antietici nocivi tanto al team stesso quanto al business in generale. Ha gli strumenti per mantenere coeso il team in nome del comune obiettivo da raggiungere. 

Il capo e il leader non sono la stessa persona

Si è portati spesso a definire leader chiunque abbia un ruolo apicale all’interno di un’organizzazione, ma si tratta di un errore. Non basta occupare una poltrona nella stanza dei bottoni e rivestire un ruolo di responsabilità. 

Che cosa distingue una persona che possiede leadership da una che è “solo un capo”?

L’elemento che più di tutti fa emergere l’abissale differenza tra le due figure è l’esempio. Mentre, infatti, un capo impartisce ordini in maniera distaccata e autoritaria e assegna compiti per poi attendere i risultati, il leader offre l’esempio. Colui che possiede la leadership, dando l’esempio al proprio team, lo sostiene e accompagna verso l’obiettivo comune. A differenza di un capo, un leader non resta a bordo campo, ma gioca la partita insieme alla sua squadra.

In poche parole, sebbene queste figure abbiano in comune il potere sugli altri, è il modo in cui questo potere viene esercitato a fare la differenza. Un capo lo esercita in maniera autoritaria, un leader in maniera autorevole, guadagnandosi così la stima e l’apprezzamento del team.

Il nostro identikit del perfetto leader

Arriviamo dunque a formulare quello che può essere il profilo di una persona che, all’interno di un’azienda, possiede leadership. 

Un piccolo indizio su come noi di Dòz vediamo la figura del perfetto leader vi è stato offerto nel paragrafo dedicato ai diversi stili teorizzati da Goleman. 

Nella nostra esperienza professionale abbiamo avuto occasione di affiancare come consulenti e fractional manager molti responsabili d’azienda. E parte della nostra consulenza era proprio incentrata sulla creazione di una leadership solida e proficua. 

Per formulare l’identikit del perfetto leader immaginiamo la struttura di un edificio. Alla base, la parte più stabile, troviamo tre caratteristiche imprescindibili: integrità, saggezza pratica, spirito di servizio. Il nostro edificio si erge grazie a solide colonne portanti, le virtù che non possono mancare ad un leader. Umiltà e autenticità, magnanimità, giustizia, onestà e fedeltà. E ancora, benevolenza, compassione, gratitudine e perdono. Infine, coraggio, pazienza, auto disciplina, spirito positivo e senso dell’umore.

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